lunedì 30 marzo 2015

Gli staccano il contatore dell’acqua per morosità. Pensionato muore di infarto ad Agrigento.

anziano-disperato

Il malore dopo un diverbio con gli addetti della società idrica. La famiglia ha presentato un esposto in Procura.

Muore per infarto davanti agli operai del gestore idrico che si erano appena presentati nella sua abitazione per effettuare il distacco del contatore dell’acqua. È successo a Lucca Sicula, paesino di 3.000 abitanti nell’entroterra agrigentino. La vittima si chiamava Salvatore Tafuro, pensionato di 68 anni.  

I suoi familiari hanno presentato un esposto alla Procura di Sciacca per accertare eventuali responsabilità. Il sindaco di Lucca Sicula Giuseppe Puccio ha informato dell’episodio il prefetto Nicola Diomede, che ha già convocato una riunione ad Agrigento lunedì mattina. 

Il pensionato si sarebbe sentito male durante la visita nella sua abitazione di alcuni operai della società Girgenti acque, quella che gestisce gli impianti idrici in provincia di Agrigento. Stando a quanto si apprende il pensionato sarebbe stato un utente moroso, e dunque non era in regola col pagamento di alcune bollette arretrate. Con gli addetti della società idrica sarebbe nato un diverbio. 
(8/11/2014)

http://www.lastampa.it/2014/11/08/italia/cronache/gli-staccano-il-contatore-dellacqua-per-morosit-pensionato-muore-di-infarto-ad-agrigento-O3Qk1hroROdi8G12AAMO0N/pagina.html

Arresto sindaco Ischia, la coop finanziava D’Alema e gli comprava libri e vino. - Andrea Palladino

Arresto sindaco Ischia, la coop finanziava D’Alema e gli comprava libri e vino

L'ex presidente dei Ds, non indagato, citato nell'inchiesta che ha portato in carcere il sindaco Pd di Ischia per i suoi rapporti con la coop rossa Cpl Concordia. Che finanziava - in modo legittimo - la fondazione Italiani europei. L'ex Psi Simone intercettato: "Mette le mani nella merda".

Lo schema è quello di sempre. Ci sono gli imprenditori, ci sono i politici e – nel centro della galassia degli appalti – i broker. Gente dinamica, sveglia, veloce. Mediatori in grado di avere i contatti giusti al momento giusto, capaci di macinare milioni di euro in contratti, movimentando mazzette e favori. Francesco Simone, secondo i magistrati di Napoli, il mestiere lo aveva nel sangue. Così come la passione per la politica, ereditata dalla sua passata vicinanza con la famiglia Craxi. Così come le giuste entrature e la capacità di capire chi contattare per creare il clima “favorevole ”attorno alla Cpl Concordia, il colosso cooperativo “rosso” che a fine mese gli pagava profumate commissioni. E il cui ex presidente Roberto Casari è indagato dalla Dda di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa, accusato di rapporti con la camorra casalese.
La rubrica telefonica di Simone – finito oggi agli arresti insieme ad alti dirigenti della cooperativa emiliana e al sindaco di Ischia Ferrandino – era decisamente ricca. La procura di Napoli ha evidenziato un nome di peso. Anzi, il nome, quello di Massimo D’Alema. Non è indagato, ma – come nel caso Lupi – si trova ora al centro di regali politicamente pesanti.
“Le mani nella merda”. Gli arresti sono scattati per uno specifico appalto, la metanizzazione dell’isola di Ischia. Secondo i magistrati napoletani il sindaco del Pd Ferrandino avrebbe ricevuto una serie di favori in cambio dell’aggiudicazione dei lavori: un contratto di 160mila euro con l’albergo della famiglia e l’assunzione come consulente del fratello. Il sistema, però, era più ampio. Cpl Concordia per il Gip avrebbe infatti organizzato e gestito un vero e proprio “sistema affaristico”, mantenendo contatti con “l’esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa cooperativa, ovvero l’onorevole Massimo D’Alema”.
“Queste persone poi quando è ora le mani nella merda ce le mettono o no?”, chiedeva al telefono il direttore commerciale della coop rossa Nicola Verrini a Francesco Simone. Secca la sua risposta: “D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose”. Un rapporto dunque stretto.
Massimo D’Alema, secondo le indagini del Noe, era un politico decisamente amato dalla Cpl Concordia. Nel 2014 la cooperativa rossa decide di acquistare cinquecento copie del libro “Non solo euro” (ma risultano anche acquisti delle opere dell’ex ministro di Forza Italia Giulio Tremonti) e duemila bottiglie di vino prodotte dalla azienda vinicola gestita dalla moglie. C’è di più. Durante una perquisizione nella sede dell’azienda i carabinieri hanno trovato tre bonifici da 20mila euro ognuno a favore della fondazione di D’Alema “Italiani europei”. Soldi tracciati e quindi leciti, ma che per i magistrati sono il segno inequivocabile della vicinanza tra la Cpl Concordia e l’esponente del Pd.
Nelle indagini è finito anche il nome dell’ex deputato del Pdl Pasquale Vessa che, secondo i magistrati, avrebbe favorito alcuni appalti della cooperativa nella zona di Salerno, ricevendo in cambio una “fittizia consulenza” con una società riconducibile al parlamentare.
Tunisia mon amour. La storia delle tangenti della coop emiliana passa per la Tunisia. Quasi un revival degli anni ’90, quando Bettino Craxi usò i suoi contatti storici con il nord Africa per crearsi il buen retiro ad Hammamet. E, secondo alcune deposizioni, il broker Simone avrebbe goduto di ottimi contatti in Tunisia proprio grazie al suo passato di segretario di Bobo Craxi.
Nel paese nordafricano sarebbero infatti passati i soldi da usare per il pagamento delle tangenti. Secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori Francesco Simone utilizzava una sua società tunisina per ricevere bonifici giustificati da contratti di consulenza, riportando in Italia i soldi per creare provviste in nero, distribuendo i contanti alle famiglie di amici che lo accompagnavano nei sui frequenti viaggi in nord Africa. In un caso – spiegano fonti investigative – una mazzetta di euro era stata nascosta in un passeggino, per passare la dogana all’ingresso in Italia.
Lo schema utilizzava anche passaggi di soldi estero su estero, con bonifici che partivano da San Marino per arrivare sui conti correnti tunisini riconducibili a Simone. Secondo la procura di Napoli il consulente della Cpl Concordia avrebbe corrotto anche alcuni funzionari di banche e doganieri tunisini, facendo così scattare nei suoi confronti anche l’accusa di corruzione internazionale.
Per ora la discovery dell’inchiesta si è concentrata solo sugli elementi indiziari relativi agli appalti di Ischia e di altri comuni minori della Campania. Le carte sono però coperte da numerosi omissis e – secondo fonti investigative – le indagini stanno proseguendo verificando diversi contatti con la politica. Le “mani nella merda” potrebbero essere tante.

domenica 29 marzo 2015

Truffa ai vip, Bruna Giri a Fiumicino: espulsa dalla Repubblica Dominicana.

Truffa ai vip, Bruna Giri a Fiumicino: espulsa dalla Repubblica Dominicana

L'ex procuratrice finanziaria Bruna Giri è atterrata a Fiumicino, dopo essere stata espulsa dalla Repubblica Dominicana e arrestata nei giorni scorsi a Santo Domingo dall'Interpool di Roma: è ritenuta una dei protagonisti di una truffa da 35 milioni di euro messa a segno nella capitale ai danni di alcuni clienti dell'alta borghesia romana cui venivano promessi investimenti con interessa da capogiro.

Accompagnata nel viaggio da due funzionari dell'Interpool dominicana la donna è arrivata alle 9.30 all'aeroporto di Fiumicino con un volo Meridiana da La Romana: è stata presa in consegna dalla Polaria, alla presenza dell'Interpool di Roma e della Guardia di finanza, e trasferita negli uffici della polizia giudiziaria per la notifica degli atti.

La donna era destinataria di una ordinanza di custodia cautelare in carico alla Finanza. All'arresto ha collaborato l'Interpool di Santo Domingo. La mega truffa era stata scoperta nell'agosto del 2011 quando erano scattate le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di otto persone.

Bruna Giri, occhiali scuri, golfino bianco, jeans e borsa a tracolla, ha lasciato l'aeroporto di Fiumicino alle 12.15 per essere portata dai militari della Guardia di finanza nel carcere romano di Rebibbia. Negli uffici della polizia giudiziaria si sono svolte le procedure per la notifica degli atti a suo carico.


http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/03/29/news/truffe_bruna_giri_a_fiumicino_espulsa_dalla_repubblica_dominicana-110747138/

Mafia, figlio di Provenzano fa da Cicerone per turisti. Trovata del touroperator Usa. - Giuseppe Pipitone

Mafia, figlio di Provenzano fa da Cicerone per turisti. Trovata del touroperator Usa

La sorprendente iniziativa di un'agenzia viaggi di Boston che ha messo nel paniere delle sue proposte l'incontro col figlio del capo mafia di Corleone. Perché lo faccio? "Per me si tratta di un' attività lavorativa importante in un settore in cui ho sempre creduto".

Arrivano in Sicilia, visitano Palermo, la Cattedrale, il teatro Massimo, le scalinate che fecero da cornice all’ultima scena del Padrino, quando Michael Corleone lancia un infinito urlo muto davanti al cadavere della figlia. Poi il gruppo di turisti statunitensi si sposta dalla scenografia alla realtà, andando a conoscere Angelo Provenzano, figlio di Bernardo, un padrino vero, il ragioniere di Cosa Nostra, il regista della Trattativa Stato mafia.
È una trovata inedita quella di un tour operator di Boston, Stati Uniti, che ha contattato il figlio maggiore di Provenzano mettendolo sotto contratto per inserirlo come attrazione principale in un “pacchetto” turistico più unico che raro: i viaggiatori statunitensi che arrivano in Sicilia possono incontrare Angelo Provenzano, porgli domande su suo padre, ascoltare la storia del capomafia di Corleone. “Perché lo faccio? Per me si tratta di un’ attività lavorativa importante in un settore, quello turistico in cui ho sempre creduto”, dice all’Ansa Provenzano junior, novello cicerone.
Un’ idea nata quasi per caso, dopo che nella primavera scorsa un gruppo di filmaker statunitensi appassionati della storia di Cosa Nostra ha lanciato l’idea al tour operator: a settembre quindi è iniziata la nuova attività di Provenzano junior, dopo un periodo di prova di grande successo. “Confrontarmi con una cultura diversa dalla nostra e scevra di pregiudizi è un’avventura stimolante” dice lui entusiasta. Dopo che gli accompagnatori forniscono ai turisti una sommaria ricostruzione della storia di Cosa Nostra, Provenzano racconta ai visitatori la sua storia e la difficoltà di portare un cognome così pesante. Quindi tocca ai turisti che gli pongono domande: quesiti che si riferiscono soprattutto alla storia del capomafia corleonese, ricevendo in cambio risposte garbate dal figlio, che insiste spesso sulla difficile condizione vissuta dai figli dei boss di Cosa Nostra. ” Vorrei una vita normale -dice - ma mi rendo conto che non c’è speranza”.
E mentre negli Stati Uniti i viaggi a Palermo con Provenzano Junior stanno raggiungendo vette di successo sempre maggiori, in Italia l’idea degli americani ha già scatenato polemiche. “Speriamo che i turisti abbiano anche la possibilità di essere indirizzati in via dei Georgofili, a Firenze, vicinissima alla Galleria degli Uffizi: siamo disponibilissimi a raccontare loro la vera storia delle famiglie di Cosa Nostra” dice Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, l’eccidio che il 27 maggio del 1993 fece 5 vittime, compresa una neonata di pochi giorni. Nel frattempo il tour operator di Boston si prepara alla stagione estiva, fissando per i suoi clienti ben due incontri a settimana con Angelo Provenzano, il figlio di Binnu ‘U Tratturi, oggi diventato meta turistica umana, tra il teatro Massimo e i mercati storici di Palermo.

Triste verità.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/28/mafia-trovata-tour-operator-usa-incontro-esclusivo-provenzano-jr/1546769/

Chi può negarlo?



https://www.facebook.com/122183891285488/photos/a.122184187952125.1073741828.122183891285488/225231134314096/?type=1&theater

giovedì 26 marzo 2015

La miseria della vita. - Deborah Dirani

POVERT

La miseria ha la faccia tonda di una signora, in fila davanti a me, che chiede alla cassiera del supermercato quanto costano un paio di occhiali da lettura e che, ottenuta come risposta "1 euro", solleva gli occhi verso suo marito accompagnando lo sguardo con un sorriso implorante. La miseria ha la faccia di suo marito che le prende quegli occhiali dalle mani, ci pensa qualche secondo, poi restituendole il sorriso li appoggia sul nastro e dice alla cassiera di aggiungerli al conto che, alla fine, sarà di 11 euro e qualche spicciolo. La miseria sono le mani screpolate di quest'uomo che apre il portafogli tira fuori una banconota da 10 euro e cerca nella tasca degli spiccioli per racimolare quello che manca. Cerca e cerca, tira fuori monetine di rame e un paio di metallo dorato le mette una vicino all'altra e no, non ci arriva. Non lo so quanto gli manchi, ma so quello che vedo: la frustrazione e il dolore di un uomo che tra un attimo dirà a sua moglie che quegli occhiali non li possono comperare. "Mi dispiace", lo sento dire, mentre sono già lì con le mani nella borsa a cercare il mio portafogli per tirare fuori la differenza. E mi viene da piangere.
Sono lì in fila alla cassa del super, carica di 4 confezioni di filetti di nasello che costituiranno i pasti del mio cagnolino per una decina di giorni e che da sole costano più di tutta la spesa di quella famiglia, e mi viene da piangere e mi vergogno come una ladra. Prendo in mano una manciata di spiccioli e dico al signore e a sua moglie che la differenza la metto io, che non si preoccupino, ci incontreremo di nuovo e mi offriranno un caffè. Provo anche a stiracchiarmi la bocca in un sorriso, ma mi sa che il mio tentativo sia un po' deludente. Il signore e sua moglie mi guardano, loro sì che mi sorridono davvero, e lui, gentile, mi risponde che no, gli occhiali li prenderanno un'altra volta, grazie del pensiero. Io abbasso gli occhi sulla mia mano e guardo le mie monetine, le ricaccio nel portafogli e vorrei trovare le parole per scusarmi, che non volevo umiliarli, ma che conosco la tristezza di non vedere appagato un piccolo desiderio e che la so riconoscere quando la incontro.
Invece me ne resto muta con le mie scatole di nasello strette al petto e li guardo mentre iniziano a infilare in una vecchia sportina di plastica un po' bucherellata quello che hanno comperato: un filone di pane, una confezione di prosciutto cotto, un barattolo di olive, due scatolette di una marca sconosciuta di tonno e una busta di insalata. "Così allora sono 10 euro e 38", spiega la cassiera che ha le unghie di plastica, ricamate in maniera impossibile. "Tolga queste, per favore", sento dire all'uomo mentre le restituisce le olive e le consegna la banconota da 10 euro, ottenendone in cambio qualche centesimo e neanche un buonasera dalla cassiera che mi fa segno di spicciarmi, è il mio turno di pagare. Ma io sono un po' imbambolata a guardare la signora che sta imbustando la sua spesa con la lentezza dello sfinimento. Lavora piano con le mani, appoggia delicatamente ogni pezzo mentre io, che mi sono svegliata e ho già pagato le mie scatole di nasello, le caccio alla rinfusa nella sportina nuova che ho chiesto alla cassiera con gli artigli.
Prima di andarmene e assicurare così al mio cane un discreto sostentamento per un po' di giorni, mi giro a salutare la signora. E non lo faccio perché mi accorgo che ha gli occhi lucidi e le tremano un po' le mani, forse è per questo che infilava le sue cose nella busta con tanta lentezza. Suo marito la lascia armeggiare. È tranquillo, mi viene da pensare al dolore che sta dietro quella tranquillità. Mi viene da pensare alla consuetudine delle piccole rinunce alla quale devono essere allenati entrambi. Passerà. Passa sempre, si solidifica in una nuova frustrazione che si ammonticchia su quella precedente e prepara il posto a quella successiva.
Sto zitta, per oggi ho già detto abbastanza, ho già dato un bel contributo a far venire gli occhi lucidi a quella signora. Me ne vado a testa bassa e con la vergogna che solo una borghese piccola piccola come me può provare davanti all'ingiustizia della miseria. "Arrivederci signorina, grazie sa", il signore mi tira per una manica mentre inalbera un sorriso che non mi so spiegare, che vorrei evitare perché è una lezione che non avrei voluto imparare. "Ma no, grazie di cosa, anzi mi scusi, davvero. Arrivederci a lei".
Meno male che fuori è buio e che la mia macchina ha la luce interna fulminata perché a me non piace farmi vedere piangere, e del resto non piango mai. Oggi però faccio un'eccezione. Mi sento vecchia, mi sento stanca, ma so che non piango per questo. Piango per tutte quelle volte in cui quella signora e suo marito hanno lasciato indietro un barattolo di olive e un paio di occhiali da 1 euro, piango perché mi ricordo che io da giovane volevo fare la rivoluzione e cambiare il mondo e asfaltare le ingiustizie. Perché volevo cancellare la miseria dal mondo e vaccinarmi affinché mai mi toccasse. E invece a 41 anni la miseria la incontro ancora, la incontro più di prima. L'ho anche conosciuta: è stata la coinquilina della mia vita non troppi anni fa quando ero io a chiedere alla cassiera di un altro supermercato di togliere un barattolo di olive. Ma io ero giovane (e a essere sincera lo sono ancora), un lavoro che mi consentisse di assicurarmi il pane quotidiano prima o poi lo avrei ritrovato.
Ma quei due signori no: sono vecchi e magri e dritti come giunchi e per loro il futuro non riserva lavori promettenti e magari ben pagati. Riserva pensioni minime da fame, pensioni che impongono rinunce senza fine: ieri era un paio di occhiali e un barattolo di olive, domani sarà una visita specialistica a pagamento o un paio di scarpe buone.
Metto in moto, faccio manovra e vado a casa, per oggi il brutto della vita l'ho già avuto.

mercoledì 25 marzo 2015

Smentite le distruzioni di alcuni siti archeologici attribuite allo Stato islamico.



Nimrud


Nimrud




Hatra


Hatra

Le distruzioni dei siti archeologici iracheni di Nimrud, Khorsabad e Hatra, annunciate da una fonte governativa di Baghdad e attribuite al gruppo Stato islamico, non sarebbero mai avvenute. Ad affermarlo è una squadra di esperti internazionali del progetto Shirin che, esaminando le immagini satellitari provenienti dai luoghi interessati, non ha riscontrato “distruzioni evidenti”. Sono invece state confermate le distruzioni condotte dai jihadisti nel museo di Mosul e quelle della porta di Nergal sul sito di Ninive, oltre che della tomba di Giona a Ninive e di altri edifici di importanza storica e religiosa.
Il comunicato del progetto Shirin sottolinea che “le più recenti immagini satellitari non rivelano nessuna evidente presenza massiccia né di persone né di macchinari, e non ci sono visibili distruzioni. Rileviamo l’assenza di rivendicazioni da parte del gruppo Stato islamico. E non abbiamo avuto conferma delle distruzioni dalle nostre fonti di fiducia di Mosul o della provincia di Ninive”.
Nimrud è un’antica città assira fondata nel XIII secolo aC che diventò capitale dell’impero verso l’880 aC. Khorsabad, l’antica Dur Šarrukin (fortezza di Sargon), capitale del nuovo impero assiro, fu fondata nel 713 aC da Sargon II. Hatra, invece, fiorì tra il II e il I secolo aC come centro commerciale e religioso dell’impero partico. Da qui provengono le statue distrutte al museo di Mosul. Sirialibano.

La super risonanza che “brucia” le cellule del cancro, al via test in Italia! - La Stella

Una “super” risonanza magnetica combinata con un macchinario che emette ultrasuoni ad altissima intensità focalizzandoli in un punto in modo da “bruciare” con precisione, in modo non invasivo e con l’assenza quasi totale di effetti collaterali le cellule maligne. È l’innovativo macchinario che verrà inaugurato domani presso l’Irst (Istituto scientifico romagnolo per la cura dei tumori). Una realtà all’avanguardia non solo in Italia ma in Europa «e che consentirà – sottolinea Dino Amadori, direttore scientifico dell’Ircs – di dare il via ad una piano di ricerca per la diagnosi e cura dei tumori unico nel panorama internazionale».
Per i prossimi tre anni saranno portati avanti tre progetti sperimentali per valutare l’accuratezza diagnostica, sicurezza, tollerabilità, comfort e costo-efficacia di questo tipo d’indagine, la capacità della risonanza nell’individuare i danni procurati al fegato dai farmaci chemioterapici e l’utilizzo degli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità nel trattamento dalle metastasi ossee e del dolore. «La particolarità di questo strumento – spiega Amadori – chiamato Rm 3Tesla con sistema Hifu (High-Intensity Focused Ultrasound), è di avere una potenza doppia rispetto alla risonanza “standard” e ciò permette di “vedere” lesioni tumorali di solo un millimetro quando in genere sotto i 5 millimetri non sono monitorabili. Non solo, è possibile analizzare meglio i tessuti compresi quelli molli».
L’innovativo macchinario è inoltre in grado di registrare gli aspetti di funzionamento degli organi. «Per esempio – continua – studiando il cervello si possono vedere le reazioni delle diverse aree al dolore e se ne può monitorare l’intensità. Ciò ci consentirà di curarlo meglio».
Sarà poi possibile studiare le alterazioni che fegato e cuore subiscono a causa della tossicità dei chemioterapici e correggere i dosaggi prima che si verifichi un danno permanente. E ancora osservare il flusso del sangue e come i farmaci si diffondono nei vari organi. Grazie all’Hifu sarà poi possibile “bruciare” il tumore in un’area definita e limitata pianificando e monitorando in tempo reale l’andamento del trattamento. «Questo nuovo trattamento – conclude Amadori – non è invasivo ed è più tollerabile e senza gli effetti collaterali negativi della chemio e della radioterapia». Il super macchinario entrerà a pieno regime ad aprile e vi potrà avere accesso chiunque ha i requisiti per la sperimentazione.

“Italia prima in Europa per emissioni di arsenico, cadmio, mercurio nell’acqua”. - Melania Carnevali

Inquinamento Acque

I dati emergono dall'ultimo dossier di Legambiente in materia di sostanze immesse in laghi, fiumi, mari e falde dagli impianti industriali. Sono questi ultimi a fornire i numeri che, quindi, sono inevitabilmente parziali visto che mancano dal computo i fenomeni di illegalità totale.

È ancora forte in Italia l’impatto dell’attività industriale sullo stato di salute delle acque. Lo rivela l’ultimo dossier di Legambiente, pubblicato proprio in occasione della Giornata mondiale dell’acqua appena trascorsa (22 marzo), che mette in evidenza come il Belpaese superi le nazioni europee più industrializzate nell’emissione di metalli pesanti, in particolare di mercurio, nichel, cadmio e arsenico, direttamente nei corsi d’acqua. Anche per quanto riguarda le emissioni di cianuro è in testa alla classifica; arriva seconda, invece, subito dopo la Germania, per i cloruri. I dati (risalenti al 2011) sono stati estrapolati dal registro “European pollutant release and transfer register”, un registro delle emissioni inquinanti prodotte dalle varie industrie europee, in cui sono gli impianti stessi a comunicare, annualmente, la quantità di sostanze immesse direttamente nell’ambiente e, in questo caso, nelle acque. Una analisi parziale, dunque, che non tiene conto dei vari fenomeni di illegalità totale, ma che rende comunque chiaro come in l’Italia gli scarti di lavorazione delle attività industriali continuino, in buona parte, a finire inesorabilmente nelle nostre acque, alterandone quindi le caratteristiche chimiche.

Il dossier di Legambiente sulla qualità delle acque:

Legambiente, di tutta la mole di informazioni contenti nel registro, ha preso in considerazione solo i dati relativi alle principali sostanze “pericolose prioritarie”. Ebbene, nel 2011, in Italia sono state emesse oltre 140 tonnellate di metalli pesanti direttamente nelle acque, di cui 51 tonnellate di zinco, 31 tonnellate di nickel, 31 tonnellate di cromo, 12,7 tonnellate di piombo, 9 tonnellate di rame, 4,85 tonnellate di arsenico, 1,84 tonnellate di cadmio e 258 chilogrammi di mercurio. Per quanto riguarda le sostanze inorganiche, in particolare cloruri fluoruri e cianuri, si arriva a quasi 2,8 milioni di tonnellate, di cui quasi la metà derivanti da attività di tipo chimico. Ci sono poi le sostanze organiche, sempre nelle classe di quelle “pericolose prioritarie”, come l’antracene, il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) e i nonilfenoli. Se per i primi non risultano emissioni in acqua da parte degli impianti industriali, per i nonilfenoli ammontano a 2,9 tonnellate, quantità corrispondente a circa il 60% dell’emissione europea totale, per gli Ipa a 1,25 tonnellate – pari al 39% della quantità totale a livello europeo – e per il benzene a 0,91 tonnellate. Confrontando singolarmente ciascuna emissione con quella degli altri paesi europei più industrializzati (Francia, Germania e Regno Unito), emerge come ben quattro metalli pesanti su otto siano emessi in quantitativi maggiori dall’Italia. Sono appunto: arsenico, cadmio, mercurio e nickel. Tutti metalli che, ad alcuni livelli, oltre a essere dannosi per l’ecosistema – perché ne alterano appunto le caratteristiche chimiche – sono estremamente tossici per l’uomo.
Ma come fanno a finire i metalli pesanti nelle acque? Sicuramente, gran parte della responsabilità va attribuita al tipo di impianto: le centrali elettriche a carbone, ad esempio, emettono, per loro natura, sostanze cancerogene per l’uomo in enorme quantità, come benzene, mercurio, cadmio e molto altro. Ma, secondo Legambiente, le cause sono da ricercarsi nella qualità degli impianti e negli scarsi controlli ambientali nel territorio. “Occorre migliorare in qualità e quantità l’impiantistica esistente specifica del trattamento delle acque industriali – si legge nel dossier – aumentare i controlli sul territorio e non permettere il mescolamento delle acque reflue industriali con quelle civili per evitare che le prime vadano a finire in impianti non idonei al trattamento specifico di inquinanti chimici”.
L’Italia, dunque, è ancora bel lontana dal recepire la direttiva 2000/60 del Parlamento europeo, che cerca di disciplinare e salvaguardare le acque. Una direttiva nata dopo i vari casi di grave inquinamento ambientale di zone, come laghi, falde, fiumi utilizzate negli anni ’80 come discariche naturali per rifiuti industriali e inseriti adesso nei siti di interesse nazionale da bonificare (con soldi pubblici). La direttiva europea chiedeva agli Stati membri che andassero verso una “graduale riduzione di scarichi, emissioni e perdite di sostanze prioritarie e l’arresto o la graduale eliminazione di scarichi, emissioni e perdite di sostanze pericolose prioritarie” e aggiungeva che “l’inquinamento chimico delle acque è una minaccia per l’ambiente acquatico, con effetti quali la tossicità acuta e cronica negli organismi acquatici, l’accumulo di inquinanti negli ecosistemi e la perdita di habitat e biodiversità, e rappresenta una minaccia anche per la salute umana”.
Le conclusioni dell’associazione ambientalista si possono leggere già nella premessa. “I fiumi italiani, ma anche le falde e i laghi, continuano a essere considerati troppo spesso solo come un pericolo o una minaccia per il rischio connesso con la loro esondazione o un ricettacolo di scarichi non depurati, industriali, sversamenti accidentali, se non una risorsa da sfruttare il più possibile per altri usi accumulando derivazioni, prelievi di acqua o di ghiaia, interventi di regimazione o cementificazione degli alvei. Sono ancora troppo pochi in Italia, i casi in cui si è deciso di investire sui corsi d’acqua attraverso la loro riqualificazione, interventi di rinaturalizzazione, di prevenzione e mitigazione del rischio e insieme di tutela degli ecosistemi”.

Ecco perché dovresti sempre congelare i tuoi limoni. La tua salute ringrazierà!

lemon

Un nuovo studio ha dimostrato per la prima volta come i limonoidi, composti naturali presenti in limoni e altri agrumi, impediscono sia ER + che  ER- nella crescita delle cellule del cancro al seno. Questa scoperta  getta nuova luce sull’importanza degli  agrumi per la prevenzione del tumore al seno e sostiene gli studi precedenti che hanno dimostrato come il consumo di frutta possa ridurre il rischio di cancro al seno.
Molti professionisti e in alcuni ristoranti usano i limoni per intero, evitando gli sprechi. Come?
 Semplice! Mettete un limone biologico o ben lavato in congelatore. Non appena congelato, grattugiatelo e cospargetelo sui vostri piatti. Aggiungerete un tocco in più alle vostre insalate, zuppe, creme e salse!
Qual’è il maggior vantaggio oltre a quello di evitare sprechi? Come accade nella maggior parte dei vegetali, la buccia contiene più vitamine della polpa, in questo caso la buccia di limone contiene dalle 5 alle 10 volte in più di vitamine rispetto al succo. Quando si pensa ai limoni si pensa alla vitamina C, ma c’è di piú. È ricco di antiossidanti, i quali si legano ai radicali liberi, prevenendo la formazione della massa cancerogena. Il limone è un prodotto “miracoloso” nell’eliminazione delle cellule cancerogene, è 10.000 volte più forte della chemioterapia.
lemon grated
Congelate quindi un limone, grattugiatelo sui vostri cibi ed otterrete un più alto valore nutritivo, renderete le vostre pietanze ancora più deliziose, per una vita più sana e più lunga!
Il limone ha anche delle capacità antimicrobiche contro infezioni batteriche e funghi, è efficace contro i parassiti e i vermi interni al nostro corpo.
Questo frutto straordinario non finisce mai di stupirci! Infatti, non solo regola la pressione sanguigna quando è troppo alta, ma agisce come anti-depressivo contro lo stress e i disturbi nervosi.
capacita limone
La Natura ha messo a disposizione sul pianeta tutto ciò che ci serve per mantenere in salute il nostro corpo. La società e i gruppi di potere cercano di nascondere queste informazioni per creare sostanze sintetiche spacciate poi come l’unica via per curare le malattie.
Il prodotto chimico sintetico, una volta metabolizzato dall’organismo, crea una serie di effetti collaterali che richiedono altri farmaci per combattere questi ultimi…così il ciclo continua.
Tutto ciò equivale ad enormi profitti per coloro che creano e brevettano queste sostanze, da qui nasce una chiara intenzione di trasformare i pazienti in malati cronici.
Ecco spiegato tutto questo ostruzionismo da parte dei media mainstream nei confronti delle cure basate sui prodotti naturali e a basso costo.
Nessuna di queste testate giornalistiche andrà mai contro chi le finanzia e comanda. Allo stesso modo avviene nella Politica: i partiti stessi non sono altro che “strumenti di controllo” per illudere la popolazione di vivere in uno Stato libero e democratico.
Bisogna prendere coscienza che la nostra Salute deve partire innanzitutto da noi stessi, non dobbiamo delegare nessuno come depositario della verità assoluta. Sta a noi la scelta: continuare a credere che gli interessi economici non sono più importanti della nostra salute, o aprire gli occhi e prendere in mano la nostra vita.

Ufo, John Podesta, gli scienziati e la minaccia dell’invasione extraterrestre. - Vladimiro Bibolotti



Nella comunità scientifica è tornato l’incubo di un altro tipo di invasione: la guerra dei mondi. Negli ultimi convegni o documenti prodotti dalle varie comunità accademiche è ripreso il dibattito sui rischi di estendere i sistemi di comunicazione Internet nello spazio
Non è mistero che il sogno di Mr. Cerf, co-creatore del programma Tcp/Ip, il protocollo Internet per intenderci, è portare il web a livello interplanetario per le future imprese di esplorazioni spaziali e più avanti di colonizzazione di Marte e della Luna
Intanto gli scienziati del Seti (Search for Extraterrestrial Intelligence) per oltre mezzo secolo all’ascolto di eventuali segnali “intelligenti” provenienti da qualche galassia, tramite i radiotelescopi come quello di Arecibo, hanno riproposto la possibilità di inviare in maniera attiva, messaggi agli eventuali extraterrestri per rivelare la nostra presenza. 
Un programma come quello proposto di Internet nello spazio, permetterebbe ad eventuali visitatori, di studiarci in anticipo, magari attraverso lo studio dei nostri costumi attraverso Wikipedia.
Nell’ultima sessione della Aas (La American Association for the Advancement of Science), il prof. Douglas Wakoch, costatando che dopo 50 anni non avendo ricevuto messaggi, occorreva trasformare il Seti in Active seti, cioè inviare messaggi per farci notare, soprattutto ad esso con la scoperta di migliaia di pianeti Extrasolari di tipo terrestre
Ciò ha nuovamente animato il parere di alcuni scienziati come già negli anni ’70 fece il Premio Nobel Martin Ryle, che metteva in guardia dall’inviare messaggi a civiltà magari malvagie, pronte a sottometterci o peggio annientarci. 

Dello stesso parere il più noto Steven Hawking, letteralmente terrorizzato dall’arrivo degli alieni, poiché con la loro tecnologia dunque avanzatissima, faremo secondo lui, la fine degli indigeni con l’arrivo di Cristoforo Colombo
Ne emerge un quadro sconcertante. 
Nei vari simposi accademici, sia di tipo scientifico che economico, l’incubo di un annientamento del nostro pianeta per colpa di malvagi Et è ormai quasi una costante.
Per gli astrofisici e per il Seti la convinzione dell’esistenza di extraterrestri è un dato statisticamente accettato, ma non il fenomeno degli Ufo
Parere condiviso anche dal direttore dellaSpecola Vaticana Funes
Ma allora con quale mezzi potremmo essere invasi se non da dischi volanti, come nella cinematografia hollywoodiana? 
Gli Ufo intesi come astronavi extraterrestri non possono concettualmente coesistere per le “attuali” nostre conoscenze scientifiche e per le primitive tecnologie per viaggiare nello spazio e per le convinzioni della fisica nostrana. 
Eppure come afferma il Prof. Paul Davies e Wagner e prima di lui Carl Sagan, non si esclude che in un passato remoto qualcuno ci abbia visitato e magari abbia creato colonie sulla Luna e su qualche asteroide invitando la Nasa ad un attento monitoraggio del lato oscuro del suolo lunare.
E qui nasce una evidente contraddizione più che un dubbio. 
Ma se gli Ufo non possono esistere, come sarebbero giunti tali invasori? 
E se ne erano capaci migliaia di anni fa, perché negarle oggi? 
Oppure qualcuno sa che le cose non stanno come sembrano e affermato. 
Ricordiamo le dichiarazioni del Primo Canadese, Paul Hellier o del ex Presidente russo Medvedev (anche se qualcuno pensa ad uno scherzo mediatico), a cui si aggiunge ultimissima e con maggior clamore quella recentissima di John Podesta consigliere del Presidente Obama, già capo gabinetto di Bill Clinton che, proprio in questi giorni, tramite Twitter ha dichiarato che il suo più grande cruccio sia stato quello di non essere riuscito a far svelare la verità sugli Ufo e sugli incontri con gli Extraterrestri.
Incontri dunque, non contatti radio. 
Incontri sul nostro pianeta con civiltà extraterrestri giunte presumibilmente a bordo di dischi volanti o…Ufo!
Aggiornamento del 19 febbraio 2015 ore 15:15
Chiuso l’account twitter di John Podesta
Al suo posto compare quello di un certo Brian Deese Senior Advisor to President Obama. Questo episodio fa sospettare ma senza gridare al complotto, che forse le recenti dichiarazioni di Podesta, possono avere dato fastidio in certi ambienti. 
John Podesta non è un consigliere qualunque, già Capo di Gabinetto della Casa Bianca di Bill Clinton e ovviamente esperto nella comunicazione, dovrebbe diventare infatti  l’uomo di punta dello staff di Hillary Clinton, probabile candidata alla Casa Bianca, peraltro anch’essa appassionata come il marito Bill, della tematica ufologica (Rockefeller Initiative Documents – Paradigm Research Group). 
Allora perché fare autogol e screditarsi con dichiarazioni forti, da chi conosce bene il mestiere e l’arma della comunicazione digitale?  Forse lo scopriremo nei giorni a venire.

Inedito Botero a Palermo.



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martedì 24 marzo 2015

Gli alberi Toborochi o alberi del rifugio.

Bombacaceae










Costa Rica, da 75 giorni produce elettricità solo con fonti rinnovabili. - Simone Aazami

Costa Rica record: da 75 giorni l'energia è green al 100%

Il Paese centroamericano ha sopperito al proprio fabbisogno energetico attingendo esclusivamente da risorse alternative per la produzione di elettricità, sfruttando quattro centrali idroelettriche a pieno regime grazie alle abbondanti piogge.

Bruxelles – La Costa Rica dall’inizio dell’anno sta utilizzando energia elettrica prodotta con il 100% di fonti rinnovabili, grazie alle abbondanti piogge che hanno costantemente rifornito quattro centrali idroelettriche del Paese. Nessun combustibile fossile è stato utilizzato per settantacinque giorni di fila, e lo scorso anno l’80% dell’energia usata è stata ricavata dall’idroelettrico, mentre il restante è stato prodotto da altre fonti di cui il 10% provenienti da impianti geotermici.

In generale il 94% del fabbisogno energetico costaricano proviene dalle rinnovabili e progetti sulla geotermia, approvati a metà dell’anno scorso per 958 milioni di dollari, sono già in fase di pianificazione per evitare in futuro ogni ricorso ai combustibili fossili. Quando completato, riferisce il quotidiano britannico Independent, il primo impianto dovrebbe produrre cinquantacinque megawatt di elettricità, abbastanza per rifornire cinquantacinquemila abitazioni, e sarà affiancato da altri due da cinquanta megawatt costruiti nelle vicinanze.

La Costa Rica ha in programma di ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica entro il 2021 e, a ulteriore riprova di questa vocazione ecologica a tutela della salvaguardia dell’ambiente, il governo ha deciso di non sfruttare i ricchi giacimenti petroliferi scoperti lungo la costa caraibica.

A favore delle energie alternative il Paese centroamericano ha costruito anche impianti per lo sfruttamento dell’eolico, dell’energia solare e a biomasse, e la prossima centrale geotermica da 333 milioni di dollari contribuirà ad impedire che la Costa Rica si affidi eccessivamente all’idroelettrico, troppo soggetto ai cambiamenti climatici e alle variazioni dei flussi idrici, e che non è esente da aspetti negativi, ricorda Science Alert, come l’impatto delle dighe sugli ecosistemi ripariali e sul transito della fauna ittica.